• ANDROGYNUS
  • CALLIOPE
  • CANNIBALI COMMESTIBILI
  • CINUS
  • DINO FLANGE
  • D.O.A. (Death Of Autotune)
  • GIULIOMARIA
  • LONELY BLUE
  • LE PIETRE DEI GIGANTI
  • MARTE
  • MARTINI POLICE
  • NOBODY
  • Orthopédie
  • OSSA DI CANE
  • PITONI
  • RICCARDO MORANDINI
  • Wicked Expectation

Già esordente al Rock Contest in compagnia di Gaube nel duo “Monologue”, Androgy̆nus è il nuovo progetto in italiano di Gabriel Bernabò, giovanissimo grossetano.

Tra canzoni ed immagini, si interroga sul rapporto tra individuo e società rivolgendosi alla conoscenza ancestrale, al mito e alla bellezza della natura, traducendone i contenuti attraverso la lente di un linguaggio musicale particolarmente attento alle nuove tendenze in ambito neopsichedelico. Ha già all’attivo un primo album, “Medioevo Digitale” ed una serie di nuovi singoli e videoclip che anticipano un nuovo lavoro.

 

Asfalto

E andiamo a vedere cosa ha fatto l’asfalto alla città
A tutto quel verde che prima c’era e che ora non c’è più
Vorrei tanto conoscere quei signori che hanno investito la città
Che l’hanno sepolta senza considerare senza pensare nè a me nè a te

Ma come si fa, a non vedere cosa ha fatto
L’asfalto ai nostri occhi di cemento ricoperti
Come si fa a lasciare che tutto questo
Ci tiri giù come parte di un meccanismo

Calliope è il progetto di Giulia Agostini, cantautrice ventinovenne toscana, intrapreso vita nella calda estate 2022 in collaborazione con il produttore Renato D’Amico (Postino, Emma Nolde). Dalle prime canzoni scritte al pianoforte ed alla chitarra da giovanissima studente di musica, giunge oggi alla realizzazione del suo primo EP in italiano dal sound fluido e cangiante. 

 

Cuore/lingua

Dimmi dove vanno a finire
tutti quegli occhi tristi
dispersi dietro ai vetri dei treni sporchi
oltre i campi verdi e le carneficine di insetti.
Dimmi dove vanno a finire
tutti i tuoi denti
quando sei triste,
quando non menti.
E se poi si annoiano,
le onde se i surfisti dormono,
e se poi si vantano
le stelle che tutti le guardano.
Tu mi ascolti, ma non mi capisci mai.
Tu come la gente fai,
ma il mio cuore è sulla lingua,
ho il cuore sulla lingua.
Dimmi se riesci a sentire
con il tuo orecchio assoluto
anche il suono dei pensieri miei
o li metti in muto
e quello provo
è solo il mio ipotalamo.
Le distanze che percorrono
gli aironi quando migrano
e se si smarriscono
gli amori o come loro tornano.
Tu mi ascolti, ma non mi capisci mai.
Tu come la gente fai,
ma il mio cuore è sulla lingua,
ho il cuore sulla lingua.
L’asfalto nero,
riflesso delle ombre del cielo,
questa autostrada sembra il mare
e noi conchiglie, spezzate, sul litorale.
Tu mi ascolti, ma non mi capisci mai.
Tu come la gente fai,
ma il mio cuore è sulla lingua,
ho il cuore sulla lingua.

“Ad ispirarci – spiegano i tre musicisti trentini – è stato il documentario (falso) “Cannibals in the jungle” che avevamo visto insieme. Da quel momento abbiamo deciso di creare un gruppo in grado di manifestare la nostra natura sonora cannibale”. Nebbie, paludi, lamiere arrugginite ed inquietanti presenze in boschi illuminati dalla luna piena sonorizzati da un roboante magma sonoro fatto di alternative rock, hard blues, stoner, in italiano.

 

Pioggia acida

Da quant’è che ci aspettiamo
solo che succeda altro?
Da quant’è che non cantiamo
per paura di inquinarci l’aria?
Da quantìè che non ci sbronziamo
fino a dimenticarci l’abitudine?
Da quant’è che non ci urliamo in faccia
per non disturbarci le ragioni?

So che ti troverò a brindare un giorno
ai rimpianti che mi strapperai di dosso

Da quant’è che non balliamo
sotto questa pioggia acida?
Da quant’è che non ci tocchiamo
per non sputtanarci la verginità?
Da quant’è che non giochiamo
solo per non mescolar le carte?
Da quanto cazzo è che non ci sentiamo
per non frantumarci le chimere?

So che ti troverò a brindare un giorno
ai rimpianti che mi strapperai di dosso

Cinus, nome d’arte di Ginevra Lucia Cosci, classe 1999, cantautrice polistrumentista toscana dalla provincia di Lucca. Cresciuta tra la musica e il teatro ha coltivato la sua passione sin da bambina attraverso studi adeguati. “Scrivere musica è ciò che più mi rende felice e la consola, il pensiero di poter trasmettere le stesse emozioni ha fatto sì che il desiderio si potesse concretizzare, facendo uscire i miei brani dalla cameretta al palcoscenico, suonando live molto spesso. Così l’arte non si è fermata alla sola espressione della mia personalità ma è diventata anche un mestiere”.

 

Forma

Avessi il tempo materiale
per raccontarti tutto quanto
Forse lo costrurei
a misura del tuo mondo

dentro le mie stanze troveresti ciò che non sai già
e mi confonderei
in un oceano di parole
per farmi ritrovare

perché è così difficile prendere forma?
e farmi la mia idea di solitudine

Avessi modo di creare
il tuo modo di pensare
il tuo dolore la bellezza
la memoria e una carezza

perché è così difficile prendere forma?
e cercare la mia identità

Nel suono del mare
mi perdo mi perdo nel silenzio
di un passato che
io non ritrovo più

sssshhhh
……

perché è così difficile prendere forma?
e accettare la mia identità

Avessi modo di portarti con me fuori dall’inferno

Dino Flange è il progetto di Alessandro Corsini, ventinovenne bresciano. Il suo obiettivo “prendere delle canzoni d’amore, affrontare temi filosofici per inserirli in un panorama sonoro di un’altra dimensione, tra solenne, magico, antico e futuro, galleggiare in un vortice senza tempo”.

 

L’albero

L’albero
è un seme venuto dal cielo
le foglie cadranno
sul tuo sentiero
l’aquila è un animale solo
un piccolo esce dal nido
e poi prende il volo
l’arco è una freccia
scagliata nel cielo
a volte colpisce un uomo
o il suo destriero

ma vieni qui abbracciami
andiamo via da questa città
le metropolitane vanno troppo in fretta
e non c’è più poesia
ma vieni qui abbracciami
andiamo via da questa città
un’astronave vola sulla nostra storia
io la vedo già
io la vedo già

il cervo
è un animale fiero
lo guardo negli occhi
è la vita che volevo
questo gabbiano
non sa dove andare
il pensiero si perde
sulle onde del mare
la tigre si muove
senza far rumore
forse ha paura
della luce del sole

ma vieni qui abbracciami
andiamo via da questa città
le metropolitane vanno troppo in fretta
e non c’è più poesia
ma vieni qui abbracciami
andiamo via da questa città
un’astronave vola sulla nostra storia
io la vedo già
io la vedo già

l’uomo
è un animale buono
ha tagliato quel bosco
per star sul divano
per star sul divano

D.O.A. (da un brano di Jay-Z) sono un gruppo di  ragazzi tra i 22 e i 25 anni da Palazzolo Sull’Oglio (BS) e Grumello del monte (BG). Lyo alla chitarra, Benzo batteria, Nicolas Lecchi basso/sax e Mr RowBrown voce. Il progetto è iniziato nel 2018 e si è presto concretizzato in “INTRO”, l’album d’esordio, in bilico fra rap, alternative rock, soul e pop con brani in italiano ed in inglese, su basi rigorosamente suonate.

 

Get otu

Vorrei essere libero, libero come un uomo

Scendi giù in strada, guardati attorno
Guarda la gente, guarda il loro volto
Dimmi se vedi qualcosa di buono
Dimmi se vedi qualcosa in loro
Qualcuno diceva siamo tutti uguali
Ma qualcuno é più uguale degli altri
Qualcuno ha pensieri più scaltri
C’è chi si nasconde, chi prende tutto e si mette dinanzi
Ed é per qualcuno, che gli altri rimangono scalzi
Sveglia al mattino
Guardi lo specchio ti disprezzi da solo
Timbri il tuo odio fra quattro mura, i tuoi sogni ora dove sono?
Tu chiediti se stai vivendo
Chiediti se sei vivo oppure morto dentro
Con le tasche vuote, il coltello dalla parte della lama
Come bestie è chi ti alleva, che alla fine poi ti sbrana
E ho solo domande, quasi nessuna risposta
Le scrivo su un foglio, state a sentire almeno per questa volta
Perché lavorare per delle briciole di pane
Voi sadici bastardi, non le date nemmeno al vostro cane
A chi stupra con lo sguardo
A chi tradisce senza riguardo
Ogni nostro spreco é l’essenziale per qualcun altro
E perché i vostri fucili, sono puntati su un bambino
Ed é il colore della pelle a giudicare il tuo destino
A voi che brindate con il nostro sangue e non con il vino
Perché sono ancora vivo?
Perché sono ancora vivo?

You get out, get out (x4)
Vorrei essere libero, libero come un uomo (x4)

Fisso il vuoto sono incerto nel salto
Fisso il vuoto dal palazzo più alto
Guardami dentro, fuori ho muri di fango
Tu guardami negli occhi, prendimi per mano
Guardami negli occhi prendimi per mano
Guardami negli occhi prendimi per mano
Corriamo adesso, scappiamo più lontano
Dove nessun uomo può spezzare vite invano
Dove nessun uomo può spezzare vite invano
Le bombe cadono solo sopra uno schermo
Questa gente non affoga in mare aperto
Questa gente non affoga in mare aperto
Men and women struggling everyday for better lives
Fisso il vuoto ed ho preso coraggio

You get out, get out (x5)
Vorrei essere libero, libero come un uomo (x4)

Dopo esperienze in altri progetti come (Nervi, La Notte) Giuliomaria comincia a scrivere le prime canzoni con influenze che richiamano la musica italiana e d’oltremanica a cavallo fra anni 60’ e 70’. Nel 2022 è uscito il suo primo EP chiamato “VOL.1” , caratterizzato da atmosfere sognanti ed evocative.

 

Piazzainfesta

LEI NON SA SE RIMARRA’ IN QUESTA CITTA’
OGNI GIORNO CAMBIA IDEA
ASPETTERA’ NUOVE POSSIBILITA’

NELLA MIA TESTA C’E’ UNA TEMPESTA
E’ GRANDE COME UNA PIAZZA IN FESTA
COME VUOI TU

E RISCOPRIRE DEI VECCHI AMICI
CHE SONO PIU’ FELICI
ED IMPARARE AD ASCOLTARE
ACQUISIRE FORZE NUOVE
IN QUESTA CITTA’
ASPETTERA’ NUOVE POSSIBILITA’

NELLA MIA TESTA (ANYONE)
C’E’ UNA TEMPESTA (ANYONE)
E’ GRANDE COME UNA PIAZZA IN FESTA
COME VUOI TU

I Lonely Blue sono un gruppo musicale italiano formatosi a Torino nel 2019. La loro musica si ispira ai grandi gruppi rock degli anni ’70, caratterizzata da potenti riff e ritornelli di matrice blues. Sono composti da Davide Amisano (basso e voce), Yuri Di Giovanni (chitarra) e Alberto Perretta (batteria), appena ventenni. A lunghe jam ed al forzato isolamento pandemico si deve il loro primo singolo “Blue Hair Girl” ed il loro primo EP “Water”, dalla forte matrice blues. Ripartiti con una frenetica attività live, nel 2022 rilasciano un nuovo singolo, Men For Free, che annuncia l’arrivo di un nuovo EP. 

 

Sexy banana

 

Come inside and lock the door
You’re the one who screwed my soul
From the sides of our bed
It’s coming like a psycho man

Hey mama
Look at me
You’re the woman
Right for me

Hey mama
Needs drama
Hey mama
Oh, sexy banana
Hey mama
Iguana
Hey mama
Oh, sexy banana

Shoot inside and bruise my love
Don’t be shy, it’s not undone
In your mind I’m your bread
That feeds your drives and your nightmares

Hey mama
Look at me
You’re the woman
Right for me

Hey mama
Needs drama
Hey mama
Oh, sexy banana
Hey mama
Iguana
Hey mama
Oh

Hey mama
Look at me
You’re the woman
Right for me

Hey mama
Needs drama
Hey mama
Oh, sexy banana
Hey mama
Iguana
Hey mama
Oh

Traduzione in italiano:

Vieni dentro e chiudi la porta
Tu sei colui che si è scopato la mia anima
Dai lati del nostro letto
Sta arrivando come uno psicopatico

Hey mama
Guardami
Tu sei la donna
Giusta per me

Hey mama
Ha bisogno di un dramma
Hey mama
Oh, sexy banana
Hey mama
Iguana
Hey mama
Oh, sexy banana

Spara all’interno e ammacca il mio amore
Non essere timido, non è rovinato
Nella tua testa io sono il tuo pane
Che nutre le tue pulsioni e i tuoi incubi

Hey mama
Guardami
Tu sei la donna
Giusta per me

Hey mama
Ha bisogno di un dramma
Hey mama
Oh, sexy banana
Hey mama
Iguana
Hey mama
Oh, sexy banana

Le Pietre Dei Giganti sono una band psych-alternative di Firenze. Stoner, psichedelia, heavy rock, blues acido, groove tribali, sampling ed elettronica, testi intrisi di poesia e gusto epico. Veti e Culti, il loro secondo album ha ottenuto il plauso della critica di settore (Rumore, Ondarock, Impatto Sonoro, Rockit, Blow Up) ed è stato definito da Rockit come “uno dei dischi migliori degli ultimi tempi di rock italiano, nell’accezione più generale del termine”.

 

Quando l’ultimo se ne andrà

 

La tempesta che porta via
è passata di qua
quando l’ultimo se ne andrà
Non resta che suonare un blues
Il lavoro che spazza via
Sogni e felicità
quanto ancora mi rimarrà
ma ancora rimane un perché
Il rimpianto e il rimorso di
Sguardi e complicità
quando l’ultima se ne andrà
domanderà ancora un perché
esser grato per ciò che fu
è un rimpianto in più
non lo so, mi ostinerà
a chiedermi come mai

Nel silenzio della città
mi tiro ancora su quanto ancora mi rimarrà
Per andare lontano da qui

Ed ancora una volta si riprenderà
il ciclo perpetuo nella sua inarrestabile accelerazione
dell’infinito carnaio di anime e persone
il mondo riprende il giro della sua indifferenza
senza ascoltare il tonfo della mia anima sorda
Il mio pensiero di trame contorte

Voi presenti potete sentire?
lo potete capire?

La tempesta che porta via
è passata di qua
quando l’ultimo se ne andrà
non resta che suonare un blues

Martina Saladino, in arte Marte, è una ventisettenne sempre in cerca di qualcosa in giro per il mondo per tornare poi ogni volta a casa, a Genova. Così la sua musica, in perenne evoluzione e mutamento; da un primo disco in inglese, a prove più sperimentali, tour ed esperimenti pop. Oggi lavora in team con Fulvio Masini dei Banana Joe ad un suo primo disco in italiano.

 

Ciclope

Sui miei seni freddi che sembrano igloo
Anche se il mondo cascasse non ci verrai più
E i carabinieri ti danno del tu
Schiavi dei mesiversari e dei riti vodoo
Come un Ciclope, ci vedo a metà
Prestami un punto di vista sulla tua realtà

Se il mondo cadesse dalle tasche, non lo raccoglierei
Hai info dal futuro? Non ci giurerei
Sei quel posto esotico, dove non andrei
Se il mondo cadesse dalle tasche, non lo raccoglierei
Hai info dal futuro? Non ci giurerei
Sei quel posto esotico, dove non andrei

Prigione con vista Maracanà
Condanna per gli occhi e fede calcistica
L’ultima siga la offre Gesù
Cupido ai festini poi lancia le frecce quaggiù
Che mira di merda, per carità
odio gli alternativi della mia città
Sono gli alternativi, comunità
Contrabbandieri di occhiali ed identità

Se il mondo cadesse dalle tasche, non lo raccoglierei
Hai info dal futuro? Non ci giurerei
Sei quel posto esotico, dove non andrei
Se il mondo cadesse dalle tasche, non lo raccoglierei
Hai info dal futuro? Non ci giurerei
Sei quel posto esotico, dove non andrei

Ho ingoiato una biosfera
È fotonico
Le farfalle in acido
Che si suicidano

Se il mondo cadesse dalle tasche

Immersi nelle verdi colline brianzole, i poco più che ventenni Martini Police suonano una sorta di yacht-rock psichedelico e contaminato con influenze anni ‘70 ma al passo con le sonorità contemporanee internazionali. Ad inizio 2022 la band presenta l’EP Vibre Delivery Service, seguito da un tour che vede i Martini Police sui palchi italiani assieme a Vanarin, Italia 90, Sean Nicholas Savage, Gomma, Marco Castello, The Notwist e Nu Genea.

 

From the river (a feeling)

 

In the deep heart of the land
It made me feel like I’ve never
Ever seen any face before
Now I know what to do

I’ve got a feeling
It’s rolling from the river
And it colors all my mind
I start to see all the things
I start to see all the things
In the deep heart of the land
In the deep heart of the land
Yeah, In the deep heart of the land

When you meet something that
Questions everything you know
That you can’t ignore
Now you can’t deny

I’ve got a feeling
It’s rolling from the river
And it colors all my mind
I start to see all the things
I start to see all the things
In the deep heart of the land
In the deep heart of the land

I’ve got a feeling
Yes it’s around me
Now I know how to treat the others
Yeah I know, and now I’ve got it

I’ve got a feeling
It’s rolling from the river
And it colors all my mind
I start to see all the things
I start to see all the things
In the deep heart of the land
In the deep heart of the land

DAL FIUME (UN PRESENTIMENTO)

Nel cuore profondo della terra
Mi ha fatto sentire
Come se non avessi mai visto un volto prima
Ora so cosa devo fare

Ho un presentimento
Sta rotolando dal fiume
E colora la mia mente
Inizio a vedere tutte le cose
Inizio a vedere tutte le cose
Nel cuore profondo della terra
Nel cuore profondo della terra

Nel cuore profondo della terra

Quando incontri qualcosa che
Mette in discussione tutto ciò che sai
Quello non lo puoi ignorare
Ora non puoi negarlo

Ho un presentimento
Sta rotolando dal fiume
E colora la mia mente
Inizio a vedere tutte le cose
Inizio a vedere tutte le cose
Nel cuore profondo della terra
Nel cuore profondo della terra

Ho un presentimento
Sì, è intorno a me
Ora so come trattare gli altri
Sì, lo so, e ora ce l’ho

Ho un presentimento
Sta rotolando dal fiume
E colora la mia mente
Inizio a vedere tutte le cose
Inizio a vedere tutte le cose
Nel cuore profondo della terra
Nel cuore profondo della terra

Nobody (Giulia Tudisco) è una giovane cantautrice nata a Roma ed ora stabilita a Londra. Fortemente inspirata dagli scritti di Luigi Pirandello, affronta a livello testuale il contrasto tra voler essere sé stessi e dover assecondare l’idea che gli altri hanno di noi, siamo individui, ma siamo anche visti in centomila versioni diverse, per cui risultiamo non essere nessuno (Nobody). “Luminol (Pt. 2)”,  è un inno pop alternativo per le anime solitarie che si sentono deboli e invisibili. Con immagini e suoni taglienti, versi vuoti e metafore, Nobody mira a sensibilizzare sul suicidio, un argomento tabù. E’ di imminente pubblicazione il quarto singolo, “You Watch the Stars”, sempre sulla scia di un sofisticato alternative pop in lingua inglese.

 

Daydreamer

Daydreamer, what have you done?
It’s been a long time since you and I talked
Daydreamer don’t you feel down?
Carrying our loads, they will take you to the ground

Cause you’re a daydreamer, a daydreamer
Your eyes have seen places you’ve never been
But where you belong

Daydreamer, where have you gone?
I feel you close but I know I’m walking alone
Daydreamer, I think about your eyes
I see darkness, and I want to bring the light

Cause you’re a daydreamer, a daydreamer
Your eyes have seen places you’ve never been
But where you belong
You’re a daydreamer, you’re my daydreamer
Your hands are clean but you can’t be seen
Where you don’t belong

Stay dreamer, you found your way
By learning the lessons from your mistakes
Me, dreamer, I’m still singing this song
Looking for answers in a world of questions for all

Daydreamer (IT)

Sognatore, cosa hai fatto?
È passato molto tempo dall’ultima volta che abbiamo parlato
Sognatore, non ti senti giù?
Trasportando i nostri fardelli, ti trascineranno a terra

Perché sei un sognatore, un sognatore
I tuoi occhi hanno visto posti in cui non sei mai stato
Ma dove appartieni

Sognatore, dove sei andato?
Ti sento vicino ma so che sto camminando da sola
Sognatore, penso ai tuoi occhi
Vedo l’oscurità, e voglio portare la luce

Perché sei un sognatore, un sognatore
I tuoi occhi hanno visto posti in cui non sei mai stato
Ma dove appartieni
Sei un sognatore, sei il mio sognatore
Le tue mani sono pulite ma non puoi essere visto
Dove non appartieni

Rimani, sognatore, hai trovato la tua strada
Imparando le lezioni dai tuoi errori
Io, sognatore, sto ancora cantando questa canzone
In cerca di risposte in un mondo pieno di domande per tutti

Nati nel 2019 dall’incontro/scontro musicale tra Alessandro Abbate (chitarrista ex Washita) e da Laura Martelli (ex House Of Tarts) gli Orthopédie si arricchiscono nell’aggiunta del veneto Marco Salvador (batterista-ballerino modulare) e del molisano Antonio Izzo (bassista-trapezista multifunzione) entrambi attivissimi nella scena avant-jazz toscana e non. Da questo incontro nasce un progetto di Ortopedia Magica in cui le canzoni sono “prese a calci e poi medicate, avendo cura di lasciare un po’ di brutture in vista, a memoria”. Il risultato è quello che succederebbe “se il cattivissimo Sid di Toy Story facesse alla musica quello che ama fare a quei poveri giocattoli”.

 

Noctuelle

Born in silence
Sisters in the light
You don’t like us,
Brides of the lark

I surrender to the light,
I surrender to the light
I surrender to the light.

Born in circles
Lying on the floor
You can see us now
That is cold

I surrender to the light
I surrender to the light
I surrender to the light

Noctuelle-Falena

Nate nel silenzio
Sorelle nella notte
Non ti piacciamo,
spose dell’allodola

Mi arrendo alla luce
Mi arrendo alla luce
Mi arrendo alla luce

Nate in cerchio
Stese al suolo
Adesso che è freddo,
puoi vederci

Mi arrendo alla luce
Mi arrendo alla luce
Mi arrendo alla luce

Nati nel 2019 dall’incontro/scontro musicale tra Alessandro Abbate (chitarrista ex Washita) e da Laura Martelli (ex House Of Tarts) gli Orthopédie si arricchiscono nell’aggiunta del veneto Marco Salvador (batterista-ballerino modulare) e del molisano Antonio Izzo (bassista-trapezista multifunzione) entrambi attivissimi nella scena avant-jazz toscana e non. Da questo incontro nasce un progetto di Ortopedia Magica in cui le canzoni sono “prese a calci e poi medicate, avendo cura di lasciare un po’ di brutture in vista, a memoria”. Il risultato è quello che succederebbe “se il cattivissimo Sid di Toy Story facesse alla musica quello che ama fare a quei poveri giocattoli”.

 

Giullare

Sei come il fumo che ora aspiro in gola
Tanto cara ma mi uccidi, fredda come una pistola
E non ti voglio ma non posso farne a meno
Sei come il ghiaccio e sbando quando tocco il freno.

E per saperti tutta ci dovrei tornare ascuola
Senza canne in bagno e stare attento tutta l’ora…
Ma in fondo io non ho mai preso grandi voti
Ho racimolato in media solo grandi vuoti, e Dio
Avrà sentito tutte quelle notti
Che l’ho pregato di non farmi fare più a cazzotti
Di bere whyskey in mezzo ai cuori rotti
E di abbassare il rischio di finire come tutti (come tutti)
Che la morte ha preso i belli come ha preso i brutti…

E il mio Fanculo l’ho gia dato un po’ di tempo fa
Quel che non fai da te è quel che non si fa
O sei Giullare o sei mediocrità, ma quel che importa…quel che importa!
E’ dare sorrisi a chi non cel’ha…
l’odio dei potenti non passa con i venti, ma
Puoi trovare un modo per non dargli autorità
O lo fai così oppure non si fa
A.A.A posso dare un prezzo alla sincerità
Quale è il valore che si da?
Vuoi la luce nell’oscurità?
Si la semplicità…

Che non esiste la felicità pui replicarla e replicarla ma
la fine esiste, é tangibile e finirà
Come tutto…Come il tutto…

E tu chi sei che parli e sai quello che dici?
Io sono certo di aver perso solo parenti e amici
Risucchiati come il fumo denso dentro le mie narici
Nelle vie profonde delle superfici…

E se sono universo
Allora sarò gioia
E al tempo stesso morte
Figlio di Noia
Chiudi una porta, si apre un universo
guarderò attraverso questa oscurità
e c’è una porta se guardi attraverso
E un altra porta oltre l’oscurità
Apri una porta, chiudi l’universo
Dall’epilogo All’inverso

Chiudi una porta si apre un universo…
Chiudi una porta si apre un universo….

I Pitoni sono una band rock romana formata da Paolo Pitorri, Lorenzo Angelucci e Michele Mariola. Il loro primo singolo “Pazza Gioia” è uscito per il collettivo Studio Croma, giovane realtà del quadrante di Roma Sud, associazione di cui fanno parte i Pitoni e altre band, artisti, pittori e fotografi. Il sound della band è un ibrido di post-rock e rock alternativo cantato in italiano.

 

Pazza gioia

Non riesco più a riprendermi
ho perso la mia ombra
non riesco più a crederci
non sento più la voglia

(Lorenzo)
Non riesco più a riprendermi
ho perso la mia ombra
non riesco più a mordermi
non sento più la bocca

(Paolo)
Non riesco più a riprendermi
ho perso la mia ombra
Non riesco più a dividermi
ho perso la mia anima
Non riesco più a riprendermi
ho perso la mia ombra
Non sento più la noia
è solo pazza gioia

è solo pazza gioia

Riccardo Morandini è un musicista versatile ed eclettico con alle spalle molteplici esperienze in formazioni e band assolutamente trasversali. Perennemente in tour, negli anni ha collaborato con Sammy Osman, Mr Zombie Orchestra, Collettivo Ginsberg, Kimia Ghorbani, Tower Jazz Composer Orchestra, Alessandro Ristori. Attualmente è il chitarrista di Superpop. Nel 2021 ha pubblicato un EP cantautorale a suo nome intitolato “Eden”. Il 15 Aprile 2022 è uscito il suo LP d’esordio “Il Leone verde” una sorta di oasi alchemica antimoderna fuori dal tempo, in bilico fra suggestioni barocche, spiritualità, cantautorato psichedelico anni ’70 ed alternative pop fine anni ’90.

 

Luce sulla collinao

Luce
sulla collina
sfocia la strada
nel lago del mattino

Piovono
angeli e rose
versano
l’incanto sulle cose

Ah che sollievo che mi dà
l’oblio della società
nella vegetazione
nella respirazione
che migliora
nello stare
qui ed ora

Terra
bacia la schiena
steso nell’erba
sciolta è la pena

Grano nel campo
figlio del sole
oro negli occhi
nel petto più calore

Ah che sollievo che mi dà
l’oblio della società
nella vegetazione
nella respirazione
che migliora
nello stare
qui ed ora

Ma com’è facile scordare
che la goccia vien al mare
e ti trovi a sprofondare
di nuovo nel male

Ricordati
che vieni dalla fonte
Ricordati
che vieni dalla fonte
Ricordati
che vieni dalla fonte

I Wicked Expectation sono una band IDM/elettronica di Torino. Suoni sperimentali, ambient e glitch mixati con voci pitchate e synth disegnano scenari psichedelici per visioni dispotiche La band, formata nel 2012, ha pubblicato un paio di album ed ha all’attivo una buona attività live, in Italia ed all’estero. In tempi più recenti la produzione della band si sposta maggiormente verso un sound elettronico e astratto, con ritmi downtempo. A giugno 2020 la nuova collaborazione con il collettivo/etichetta torinese Sideshape Recordings si concretizza con la pubblicazione dell’EP di due tracce Emotional Control e con il singolo Beat Around the Bush. A partire da settembre 2022 la band pubblicherà una serie di singoli (il primo è Moving Clockwise) che andranno a formare il prossimo EP nella primavera 2023. 

 

Moving clockwise

you don’t wanna give up to your conscience
You don’t wanna get up till the sunrise
You don’t wanna rollout in a moment
You just wanna moving clockwise

Trad: Muoversi in senso orario

Non vuoi rinunciare alla tua coscienza,
Non hai intenzione di alzarti fino all’alba
Non vuoi essere lanciato in un momento
Vuoi solo muoverti in senso orario

Il testo rappresenta il lineare scorrere del tempo e la volontà di guardare avanti in maniera positiva, nonostante tutto.
Come si può notare nel brano, vi è una circolarità delle lyrics e dell’armonia, che si ripete come un giro di orologio. Grazie a questo, abbiamo creato un video che unisce la “circolarità” del brano al ciclo dell’acqua, ma evidenzia anche il fatto che il tempo si stia esaurendo e sia necessario agire nella vita di tutti i giorni per cercare di salvaguardare l’ambiente e l’acqua, le nostre risorse più preziose.
Link video: https://www.youtube.com/watch?v=jLr1MbMGj6E

Probabilmente, data la tematica, è più congeniale al premio Publiacqua, ma la segnaliamo anche qui poiché pensiamo che sia un impegno sociale molto faticoso ma appagante quello del rispetto ambientale, che si riflette nel rispetto delle persone che vivono con noi e delle generazioni future.